Non solo cannabidiolo (CBD): la pianta di canapa è naturalmente ricca di principi attivi naturali con incredibili proprietà terapeutiche. La ricerca medica per anni si è concentrata sul THC, il cannabinoide psicoattivo che causa il tipico effetto associato alla pianta, ma negli ultimi tempi scienziati e ricercatori si stanno orientando allo studio del CBD, cannabinoide non psicoattivo, ma dalle diverse potenzialità mediche e terapeutiche.
Nel corso di diversi studi scientifici si sono dapprima isolati i singoli composti chimici e si è quindi approfondito il loro effetto sull’organismo umano. Si tratta di oltre 700 sostanze contenute dalla pianta tra le quali le principali sono cannabionidi, terpeni e flavonoidi, gli elementi base della cannabis che agiscono attraverso il cosiddetto “effetto entourage” sul nostro sistema endocannabinoide.
Ogni essere umano e animale ha il proprio sistema endocannabinoide, composto dai recettori e dagli endocannabinoidi che il nostro corpo produce naturalmente. Prende il suo nome dai cannabinoidi contenuti nella cannabis (fitocannabinoidi), che sono molto simili a quelli che noi produciamo.
Il sistema dei cannabinoidi endogeni, interni cioè al nostro organismo, è stato scoperto solo di recente come regolatore della comunicazione tra cellule che assicura la stabilità delle stesse nonostante le fluttuazioni dell’ambiente.
Gli endocannabinoidi sono prodotti all’interno delle cellule neuronali che compongono il tessuto nervoso e hanno il compito di regolare un gran numero di funzioni fisiologiche. Attraverso questa capacità il sistema endocannabinoide media la risposta cellulare a diverse funzioni fisiologiche:
Funzioni cognitive superiori | – Attenzione, memoria, apprendimento
– Emozioni – Capacità di prendere decisioni (decision making) e controllo del comportamento |
Controllo motorio |
– Controllo e coordinazione del movimento – Mantenimento della postura corporea e dell’equilibrio |
Percezione del dolore e gratificazione |
– Sensibilità agli stimoli dolorosi – Sensibilità agli stimoli piacevoli |
Neuroprotezione | – Azione protettiva del SNC dalla sovrastimolazione o sovrainibizione esercitata da altri neurotrasmettitori |
Sviluppo cerebrale |
– Sviluppo neuronale – Controllo della plasticità sinaptica |
Funzioni immunitarie |
– Attività immunomodulatoria – Infiammazione |
Funzioni sessuali e fertilità |
– Processi di maturazione degli spermatozoi – Interazioni con la funzione ovarica – Effetti sulla libido |
Gestazione | – Attecchimento dell’embrione
– Meccanismi che regolano le prime fasi della gravidanza |
Equilibrio energetico |
– Regolazione dell’assunzione di cibo – Modulazione dell’omeostasi metabolica |
Regolazione dell’appetito |
– Modulazione della sensazione di sazietà – Sensibilità viscerale, nausea e vomito |
Funzioni endocrine | – Modulazione della secrezione di ghiandole endocrine |
Funzioni cardiovascolari | – Risposta vascolare (azione vasodilatatoria e ipotensiva) |
Regolazione cellule neoplastiche | – Ruolo del sistema endocannabinoide nella regolazione dei processi di proliferazione cellulare alla base della crescita dei tumori |
Il CBD è uno degli oltre 100 cannabinoidi ad oggi identificati, venne scoperto e isolato per la prima volta nel 1940 da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Chimica dell’Università dell’Illinois. Le sue proprietà terapeutiche sono state indagate fin dalla sua scoperta, ma solo di recente è entrato a pieno titolo nella produzione farmaceutica utile per diverse patologie. Non ha effetti psicotropi, agisce come rilassante ed ha innumerevoli proprietà mediche e terapeutiche.
Studiato per le sue proprietà anticonvulsivanti nelle forme di epilessia pediatrica che non rispondono ai farmaci tradizionali, è citato nella letteratura scientifica perché aiuta a riequilibrare il metabolismo e il rapporto sonno/veglia. É un antinfiammatorio naturale, viene studiato come antipsicotico, per la cura del dolore cronico, dell’ansia, degli stati depressivi, del morbo di Alzheimer e Parkinson, dell’autismo. Ma non solo, si è dimostrato efficace per la cura di diverse dipendenze, come quelle da alcool o nicotina.
Il CBD si è sempre dimostrato atossico e sicuro e le sue proprietà anticonvulsivanti sono note in lettaratura fin dagli anni ’70 sia per quanto riguarda sia la frequenza che l’intensità delle crisi.
L’Epidiolex è il primo farmaco approvato dalla FDA ed è distribuito in tutti gli stati americani. Approvato anche per l’eta pediatrica, questo farmaco viene utilizzato per trattare due rari disturbi epilettici noti per crisi frequenti, difficili da controllare, e ritardi di sviluppo pronunciati: la sindrome di Dravet e la sindrome di Lennox-Gastaut.
Il farmaco è al vaglio dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) per l’autorizzazione alla distribuzione che dovrebbe partire nel 2019.
L’utilizzo della cannabis e dei suoi derivati è ad oggi un rimedio assodato per quanto riguarda i benefici che apporta nell’alleviare i sintomi del cancro e delle terapie associate (chemioterapia e radioterapia): affaticamento, nausea, appetito, disturbi del sonno.
Studi scientifici recenti su cavie animali hanno però dimostrato l’efficacia terapeutica del CBD e degli altri cannabinoidi anche sull’evoluzione tumorale e sulla capacità di contrastare la prolificazione di cellule tumorali e metastasi.
In uno dei primi studi clinici sono stati somministrati cannbionidi in aggiunta alle terapie chemioterapica temozolomide e radioterapica su pazienti affetti da glioblastoma, forma grave di tumore al cervello, con un risultato sorprendente che incrementa del 30% la sopravvivenza dei pazienti.
Ulteriori studi scientifici hanno testato sui topi l’utilizzo di cannabinoidi come coadiuvanti nelle terapie tradizionali nei casi di cancro aggrassivo al puncreas. Anche in questo caso l’aggiunta di cannabinoidi a chemioterapia e radioterapia si è rivelata efficace, triplicando la sopravvivenza delle cavie. Questo notevole successo apre la strada ai primi studi clinici.
Il morbo di Alzheimer si caratterizza per la presenza di lesioni costituite dall’accumulo della proteina amiloide principlamente in regioni limbiche del cervello e per la conseguente risposta infiammatoria causata dalla presenza di queste placche.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato la funzione neuroprotettiva della cannabis, in particolar modo nella preservazione delle funzioni congitive, preziosa nel trattamento dell’Alzheimer in particolare e di tutte le demenze più in generale.
Più recentemente gli scienziati del Salk Institute si sono spinti oltre dimostrando, attraverso studi condotti su neuroni umani tenuti in coltura in laboratorio, la capacità dei cannabinoidi di eliminare la formazione di queste placche. Il THC in modo particolare combinato con il CBD sembrano agire contrastando l’accumulo della proteina belta amiloide associata appunto allo sviluppo del morbo, oltre che riducendo l’infiammazione. Questa scoperta rappresenta un’importante tappa della ricerca scientifica non solo perchè apre la strada ai trial clinici, ma anche perchè permette di accumulare nuove informazioni sulla genesi e lo sviluppo di questa malattia.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia della cannabis nel trattamento del morbo di Parkinson. L’ azienda britannica GW Pharmaceuticals ha messo a punto il Sativex, uno spray farmaceutico che contiene THC e CBD in rapporto 1:1 e che ha un effetto notevolmente benefico sulla spasticità muscolare e l’incontinenza urinaria associati a questa malattia, associando alla sua efficacia anche un notevole miglioramento per il dolore e il sonno. Il Sativex viene inoltre utilizzato in pazienti affetti da morbo di Huntington sia per ralentare il decorso della malattia che per alleviare i sintomi, senza alcuna controindicazione.
THC e CBD hanno ampiamente dimostrato la loro efficacia nel contrastare sia dolore cronico e neuropatico che stati depressivi acuti. Tutti gli studi condotti hanno dimostrato un risposta importante sia in termini clinici che di miglioramento della qualità di vita. L’assenza di effetti collaterali rende la cannabis una risposta sicura ed efficace per molti pazienti.
Ma non solo, l’effetto benefico per l’attenuazione del dolore si somma alla capacità dei cannabinoidi di ridurre le infiammazioni e aumentare la risposta immunitaria nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche. Un importante studio condotto nel 2000 dimostra ad esempio l’efficiacia del CBD nella cura dell’artrite rematoide
Un recente studio clinico pubblicato su Neurology ha testato cannabis medica con alti valori di CBD su 60 pazienti pediatrici. I risultati ottenuti supportano la fattiblità della cannabis medica come valida opzione di trattamento per i problemi comportamentali dei bambini con ASD. I problemi di ansia e comunicazione sono migliorati fino al 47%, i problemi di disturbo fino al 27%. A seguito dei risultati promettenti è stato avviato un ampio studio cross-over su 120 partecipanti.